A CESARE TRONCONI .
Que la muse, brisant le luth des courtisanes,
Fasse vibrer sans peur l’air de la liberte’;
Qu’elle marche pieds nuds, comme la verite’.
ALF. DI MUSSET.
Dunque perche’ le pagine
Noi modelliam sul vero;
Perche’ neghiam di battere
Ogni volgar sentiero;
Perche’ volgiamo intrepidi
Le pensierose fronti
Alla piu’ vasta cerchia
Di splendidi orizzonti;
Dunque perche’ l’indagine
I nostri libri ispira;
Perche’ i costumi ipocriti
Ci fanno schifo ed ira;
Perche’, toccando l’ulceri,
La nostra man non trema.
D’insultatori un popolo
Ci scaglia l’anatema!?
Scosso all’ingiusto oltraggio,
Tu ti contristi e piangi:
Nelle dolenti veglie
Fremi e la penna infrangi;
E, forse, al melanconico
Ingegno tuo tu chiedi
Se un mondo immaginario
E’ quel che ascolti e vedi!
Me pur gli insulti colsero
Dei grulli e dei perversi,
E, inesperto degli uomini,
Un tempo anch’io soffersi..
Allor pensai che inutile
Pazzia sono i miei canti,
Che un vano desiderio
E’ il vincere i pedanti!
E mi tento’, nell’aride
Mie notti d’apatia,
La vile idea di scegliere
Men faticosa via;
E, a tesser panegirici
Alla Morale e a Dio,
Nel branco delle pecore
Giurai d’entrare anch’io!
Evvia!…. Sorridi!…. Il fascino
Della verace Musa
Venne a guarir l’insania
Della mia mente ottusa!
E da quel giorno, libero
Da ogni dubbio codardo,
Contro i melensi e gli Arcadi
Io sursi piu’ gagliardo!
E il temerario oltraggio
Come una celia accolsi,
E l’amarezza inutile
Nella risata io sciolsi;
E i profili ridicoli
Di grotteschi figuri
Della mia stanza vennero
A popolare i muri.
Una lanterna magica
Mi rallegro’ le notti;
E vidi volti d’upupa.
Ventri che parean botti,
E smisurate orecchie,
E code smisurate,
E uno stuolo di scimmie
Da artisti camuffate.
Imitando dei chierici
La vieta filastrocca,
Tutte ad insulse nenie
Aprivano la bocca;
E, mentre mi passavano
Lentamente dinanti,
Un’eco lontanissima
Ne ripeteva i canti:
“Heine e Musset son scettici
“Degni dell’odio umano;
“Giorgio Byron non merita
“Una stretta di mano!
“Con quei che il vero parlano
“Non si discute mai!….
“Se sonvi error, celiamoli;….
“Correggerli?…. Giammai!
“Lasciam che il mondo seguiti
“Le usanze inveterate;
“Che le donne ci aizzino
“A passioni dannate;
“Che le fanciulle uccidano
“I bambini illegali;
“Che le piaghe si coprino
“Con fiori e madrigali!
“L’amor del mondo e’ soffio….
“Ma guai chi fa all’amore!
“Giusto e’ che i vecchi imprechino
“Dei giovani al vigore!
“La Societa’ dev’essere
“Il modello dell’Arte….
“Ma noi vogliamo scorgerla
“Soltanto da una parte!
“Perche’ della famiglia
“Son sante le affezioni,
“Non canterem che bamboli,
“Che madri in ginocchioni;
“Non canterem che Sindaci
“Che porgono l’anello;
“Consulteremo il Codice
“Per giudicare il Bello!
“Per chi dira’ che esistono
“Altre fonti di gioja;
“Per chi dira’ che a scrivere
“Al par di noi si annoja;
“Per chi dira’ con libera
“Parola un’opinione,
“Invocheremo l’_indice_,
“La _Santa Inquisizione!_
“Su, giovinetti!…. Facile
“Strada v’abbiam dischiusa!
“Crear vorreste?…. E’ inutile!
“Deve copiar la Musa!
“Deve copiare!…. E il plauso
“Le largiranno tutti….
“E grideranno al genio
“Babbi, mammine e putti!
“Lasciate che combattano
“Per le donne gli stolti!
“Esse non saran l’ultime
“A graffiar loro i volti!
“Le donne sono un popolo
“Mansueto di schiave….
“Non e’ d’un cuor di femmina
“Il buon-senso la chiave!
“Su, giovinetti!…. Facile
“Strada v’abbiam dischiusa!
“A magri pranzi assidasi
“L’indipendente Musa!
“Sol nella vita pratica
“Siate _veristi!_…. Il male,
“Fatto con volto ipocrita.,
“Diventa piu’ ideale!!”
Ahime’!…. Superba Lirica,
L’ali su te ripiega!
Non gia’ tuonar., ma ridere
Mi fe’ quella congrega!….
Alle grottesche immagini
Dal letto mio, celiando,
Risposi, amico Cesare,
Coi versi che ti mando:
“Tutto e’ quaggiu’ possibile!
“Il tempo e’ omai passato,
“In cui, fanciullo e ingenuo,
“Mi son maravigliato!
“Degli antichi filosofi
“Or la saviezza imito;
“Alla meta so incedere
“Indifferente e ardito….
“E se color che insultanci
“Bandissero domani
“Che, per pudore, debbano
“Portar le brache i cani,
“Io, nel veder l’eccentrica
“Innovazion morale,
“Continuando a ridere,
“Direi: E’ naturale!”
(Ferdinando Fontana)
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