(A LUIGI DELLA BEFFA)
Tu vuoi saper perche’ la vita mia
Colla gente volgare si consumi,
E come io pensi un’ode all’osteria
Fra gli sconci profumi;
Tu vuoi saper perche’ fra gli imbecilli
Cerco talora qualche idea sublime,
E come mai le nebbie dei pusilli
Mi dian l’audaci rime;
Tu vuoi saper perche’ passo le sere
Giuocando un trivial giuoco coi cretini
Bevendo spesso le tisane nere
Che l’oste chiama vini!
Io sono lo scultor che il sasso adora
Con cui sapra’ dar vita ad una Dea;
So che dopo la notte vien l’aurora,
Dopo il dubbio l’idea.
So che il maggio fa seguito all’inverno,
E che il torpore e’ padre all’entusiasmo,
E che la vita e’ un alternarsi eterno
D’olezzo e di miasmo!
Come l’aquila anch’io dormo sovente
In una grotta una lunga stagione,
E nell’ore volgari e sonnolente
Annego la ragione…
Poi spicco l’ali dall’oscuro nido
E, librandomi in ciel, nel volo immenso
Saluto il mondo con superbo strido…–
E’ allor che canto e penso.
(Ferdinando Fontana)
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