(A EUGENIO TORELLI-VIOLLIER)
Un giorno, Eugenio, tramontava il sole
E tu mi stavi accanto,
Ed al cervello mio le tue parole
Suggerivano un canto.
Tu mi dicevi: “La scienza e’ la luce
“Che feconda gli ingegni;
“E’ la guida infallibil che conduce
“A inesplorati regni…
Ai regni inesplorati, agli ideali
“Che tu cercando vai,
“A cui le menti, che han tarpate l’ali
“Non arrivano mai.”
Ed io dicevo: “E’ vero!… I giorni miei
“Passan senza splendori!
“Oh, quante notti fra i bicchier perdei!
“E quante fra gli amori!”
E ripetevo: “La scienza e’ la luce
“Che feconda gli ingegni!
“E’ la guida infallibil che conduce
“A inesplorati regni!”
Poscia, rinchiuso nella stanza mia,
Quella notte vegliai;
Degli intravisti carmi l’armonia
Mi si aperse e pensai:
Scienza, che debbo chiederti?
Qual ben puoi tu largirmi?
Ahime’!… Dei canti il fascino
Forse tu puoi rapirmi!
L’entusiasmo puoi togliermi
Che i giorni miei fa lieti!
L’entusiasmo!… Il tesoro dei poeti!
Scienza, che debbo chiederti?
Forse il concetto immenso
Del nostro nulla?–E’ inutile!
Io questa idea la penso…
Come da vasto incendio
Le scintille incessanti,
Cosi’ dal nulla a me vengono i canti
Tu sai giunger, per aride
E tortuose vie,
In lande ove s’impressero,
Da tempo, l’orme mie!
Scienza, che debbo chiederti?
Io volo, e tu cammini…
Per soffermarci agii stessi confini!
Puoi tu insegnarmi il numero
Degli astri roteanti?
Dirmi che sia lo spazio
E cosa sian gli istanti?
Dirmi perche’ sussistano
La luce, l’ombra e il moto,
E come in foglie si trasmuti il loto?
Scienza, a creare insegnami
Un’erba od un insetto;
A discerner le cause
Dell’odio e dell’affetto;
A indovinar l’incognito
Principio della creta;
Scienza, dei mondi apprendimi la meta!
Ed io, fervente apostolo
E adorator dell’arte,
Verro’ a chiedere l’estasi
Alle tue dotte carte,
E vestiro’ coi fascini
D’un eterno poema
La soluzione del vital problema!
Ma, fino allora, chiederti,
Scienza, che deggio io mai?
Forse l’oro e la gloria
Che da tempo spregiai?
Forse di qualche popolo
Le gesta o la favella?
Forse una data o il nome d’una stella?..
Ahime’!…La scienza e’ un briciolo
All’ignoto involato!
Noi non ghermiam che un atomo
E gridiamo: E’ il Creato!…
E perdiamo nell’ansie,
E perdiam negli affanni
L’incantevol sorriso dei verd’anni!
E poi, giunti sul margine
Della vita che fugge,
Anco cinti di gloria,
Un pensiero ne strugge;
E’ del Nulla il fantasima
Che nell’estrema prova
Ci mormora all’orecchio: Or, che ti giova?…
Lo so; i verd’anni passano
Pei dotti e pei gaudenti,
E forse nel silenzio
Degli anni miei cadenti,
Triste e scorato, ai fervidi
Giovani di’ pensando,
Anch’io dovro’ ripeter lagrimando:
“Stolto!… I bei sogni sparvero!
“Sparvero e nappi e amori,
“E i giorni tuoi tramontano
“Qual sol senza splendori!
“Scendi, rabbiosa ed invida,
“Nella tua sepoltura
“A mutar forma, o volgar creatura!”
E’ ver!… Ma tutti muojono,
E dotti e gaudenti!
E allor che giova il plauso
O il biasmo delle genti?
In un pugno di polvere
L’incompreso Destino
Muta i cranii di Dante e d’Arlecchino!
…………………………..
…………………………..
Viviam!… Rubando un briciolo,
Affannosi, all’Ignoto,
O tessendo una lirica
Ad un pugno di loto,
Pensiam che i giorni passano,
E che–forse–Alighieri
Invidia il bimbo partorito jeri…
E vorrebbe rivivere
Per giornate piu’ liete,
Soffocando nel cerebro
Della Scienza la sete,…
Per poi–forse–rimpiangere,
Fatto vecchio, gli allori
Fra le tazze obliati e fra gli amori!
Viviam!… Rubando un briciolo,
Affannosi, all’Ignoto,
O tessendo una lirica
Ad un pugno di loto,
Pensiam che i giorni passano
E che–forse–Arlecchino
Vorria rinascer per studiar latino
E vorrebbe rivivere
Per diventar dottore,
L’esilarante arguzia
Soffocando nel cuore…
Per poi–forse–rimpiangere,
Fatto vecchio, le cene
Rubate al ventre… dalle pergamene!
Viviam!… Dei desiderii
E’ la turba infinita;
Per soddisfarla gli uomini
Troppo breve han la vita!…
E vivesser coi secoli
Convien che il labbro gema:
“Noi siamo affranti…o la turba non scema!”
Viviam!… Lasciam che passino
Servi all’istinto gli anni!
Tutti avrem pari i gaudii,
Tutti pari gli affanni!….
L’eternita’ in un circolo
Infinito ne serra!…
E’ il Nulla in cui s’avvoltola la terra,
(Ferdinando Fontana)
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