Sull’ ardua montagna, d’un ultimo sguardo
Mi volgo a fissarti, bel piano lombardo:
Un bacio, un saluto, ti drizzo un sospir.
Nel perderti, oh quanto mi sembran pi? vaghi
L’opimo sorriso de’ colli, de’ laghi,
Lo smalto dei prati, del ciel lo zaffir!
Negli alacri sogni degli anni primieri,
Ai caldi colloqui d’ amici sinceri,
Nel gaudio sicuro, fra i baci d’amor,
Natale mia terra, mi stavi in pensiero;
Con teco, o diletta d’ amore sincero,
La speme divisi, divisi il timor.
Tra cuori conformi, nell’umil tuo seno,
In calma operosa trascorrer sereno
Fu il voto onde al cielo pregava ogni di:
Poi senza procelle surgendo nel porto,
Del pianto de” buoni dormir col conforto
Nel suol che i tranquilli miei padri copri.
AhiI l’ira disperse l’ingenua preghiera;
Rigor non mertato di mano severa
Per bieco mi spinge ramingo sentier;
O amici, piangenti sull’ ultimo addio,
O piagge irrorate dal fiume natio,
O speme blandita con lunghi pensier,
Addio! – La favella suonar pi? non sento
Che a me fanciulletto quetava il lamento,
Che liete promesse d’ amor mi giur?.
Ignoto trascorro fra ignoti sembianti,
Invan cerco al tempio que’ memori canti,
Quel rito che il core di calma inond?.
Al raggio infingardo di torbidi cieli,
All’ afa sudata, fra gP ispidi geli,
Neil’ ebro tumulto di dense citt?,
Il rezzo fragrante d’ eterni laureti,
Gli aprili danzati nei patrii vigneti,
La gioia d’ autunno nel cor mi verr?.
Intento al dechino di fiumi non miei,
Coll’ eco ragiono de’ giusti, de’ rei,
Del vero scontato con lunghi martir.
Il Sol mi rammenta gli agresti tripudi,
L’ aurora il silenzio de’ vigili studi,
La luna gli arcani del primo sospir.
Concordia ho veduto d’ amici fidenti?
Tranquilla una donna tra figli contenti?
Soave donzella beata d’amor?
Te, madre, membrando, gli amici, i fratelli.
Te, dolce compagna de’ giorni pi? belli,
Che acerbe memorie s’affollano al cor!
Qual pianta in uggioso terreno intristita
Si strugge in cordoglio dell’ esul la vita;
Gli sdegni codardi cessate, egli muor.
Se i lumi dischiude nell’ ultimo giorno,
L’amor de’ congiunti non vedesi intorno,
Estrania pietade gli terge il sudor.
Al Sol che s’invola rizz? la pupilla;
Non ? il Sol d’Italia che in fronte gli brilla.
Che un fiore al compianto suo fral nutrir?:
Spirando anzi tempo sulP ospite letto,
Gli amici, la patria che tanto ha diletto,
L’ estrema parola dell’ esul sar?.
(Cesare Cantu)
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